Sarà un passeggiata bizzarra perché potrete ammirare sculture di legno che sbucano tra cigli della strada e parchi… e un vagone semi-abbandonato con oltre un secolo di vita. Vi ha incuriosito la proposta? Scendete alla fermata “Arcella” se avete preso il tram oppure arrivate all’incrocio tra via Tiziano Aspetti e, lato destro, viale Arcella.

Alla vista vi si spalancherà, in tutta la sua piccola e rosseggiante bellezza, Il Santuario antoniano dell’Arcella, per gli autoctoni è semplicemente “Sant’Antonino” (17), la versione resize della più maestosa e imponente chiesa del Santo. Ma con orgoglio e paternità, la storia è stata scritta qui: è proprio dove oggi sorge la chiesetta arcellana, infatti, che il frate di Lisbona è spirato e le sue ultime ore di vita sono annualmente rievocate nel transito che attraversa le vie del quartiere. Se il 13 giugno, infatti, è la festa di migliaia di pellegrini devoti a sant’Antonio, il “Transito” è la rievocazione storica degli ultimi istanti di vita del frate che ogni 12 giugno viene celebrata all’Arcella. L’evento in costume ripercorre l’ultimo viaggio, quasi otto secoli fa, da Camposampiero a Padova di frate Antonio che, sentendosi prossimo alla morte, chiese di essere portato nel convento di Maria Mater Domini, primo nucleo di quella che divenne poi la basilica. La rievocazione culmina con l’arrivo del carro al Santuario dell’Arcella e con il tradizionale concerto delle campane di tutta la città verso sera che annuncia alla città e al mondo l’ascesa al cielo di Antonio, evocando la leggenda delle campane di Lisbona, la città natale del frate, che avrebbero suonato spontaneamente proprio nel momento in cui…