Piazzale Azzurri d’Italia, Palasport: se vi aspettate di trovarvi di fronte ad una grande facciata grigia… beh, rimarrete profondamente delusi. Una moltitudine di volti colorati e vagamente felini vi accoglierà all’interno di un quartiere multiculturale e multietnico. L’orgoglio e la vivacità di questa comunità si possono respirare in tutta l’estensione dell’Arcella. Camminando lungo le vie, non ci si imbatte solo in grandi murales come quello di Tony Gallo (“Tutti”, 2019) o del collettivo NSN997 (“COOP Orizzonti – Share positive”, 2018),  ma in una miriade di piccoli interventi artistici, interstizi decorati, angoli banali “risvegliati”, ad esempio, dalle tavolette dipinte dai bambini dalle scuole locali ed esposte su cancelli e vetrine del quartiere. Grandi e piccole opere che sono in grado di coinvolgere e stupire ad ogni passo chi percorre le strade dell’Arcella.

Il fermento culturale all’Arcella non si manifesta solo in azioni in ambito artistico, ma anche in tantissime iniziative di carattere associativo. Anche la libreria Limerick si propone come fornace di progetti innovativi e di numerosi eventi realizzati in collaborazione con altre realtà locali e associative, come lo storico cinema Multiastra e l’enocicchetteria Versi Ribelli. È questo ecosistema di piccole realtà che rende vivo il quartiere, coinvolgendo la cittadinanza, rendendola parte attiva di un fervore che è in grado di trasformare il paesaggio arcellano e la sua quotidianità dal basso.

Tavoletta dipinta dai bambini del quartiere

Ma da dove ha origine questo fervore culturale e questo intenso sentimento di orgoglio verso il proprio quartiere? Forse il coro di voci che spesso descrive questo territorio in modo negativo ha messo in moto lo spirito della comunità che si è manifestato in una splendida reazione creativa e culturale. Chiunque attraversi l’Arcella non può che rimanere positivamente colpito dalla contro-narrazione messa in campo da cittadini determinati a scrivere la propria storia e trasformare il proprio paesaggio. 

Anna, Federico, Martina del corso di Laurea Magistrale in Scienze per il Paesaggio, Università di Padova

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